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Sonetti domiciliari
Notizie sullautore
Dello stesso autore Giardino di delizie e altre vanità
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da Sonetti domiciliari
Ma chi ti tiene in casa, chi ti ha arrestato
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RecensioniSONETTI DOMICILIARI. ANTEPRIMA di Vincenzo Anania da «Pagine» [...] Il libro è molto bello, tra i migliori dellopera complessiva dellautore, che con rocciosa coerenza tematica e stilistica, in un progressivo arricchimento e affinamento dei mezzi espressivi, vi ha rappresentato la propria ostinata lotta in versi contro il Nulla e la sua ancella Morte e contro i Demoni dei propri desideri vizi e ambizioni; una battaglia che fin troppo lucidamente il poeta sa persa dallinizio, ma che finisce con lapparire lunica opera per cui valga la pena di vivere (Lopera della vita è il titolo del secondo libro di Palmery Edizioni della Cometa, Roma 1986). Scoprire, stanare, rivelare, nelle sue mutevoli figurazioni il Nemico annidato nelle più recondite pieghe dellesistenza, seguirne passo passo lopera di distruzione, e il sordo lavorio nel proprio corpo, nella stessa parola poetica; questo limpegno, direi la missione, che Palmery ha assunto con se stesso. Insomma: il coraggioso «scandalo dei contenuti», «limpudica disperazione», ben messi in rilievo da Luigi Baldacci nella prefazione a Il Versipelle (Edizioni della Cometa, Roma 1992); disperazione e scandalo del tutto anomali rispetto al dogma dellanti-romanticismo, alla rigida regola della «decenza», da tempo vigenti nella poesia moderna. [...] (per la recensione completa) «RINCHIUSO IN CASA, SUL FUOCO LA CUCCUMA» di Domenico Adriano da «Avvenimenti» [...] Con una poesia «fatta in terra, in casa» ci viene incontro Gianfranco Palmery, nella sua ultima opera, quarantadue Sonetti domiciliari, usciti dalle mani di un faber che ha la maestria di lavorare dimenticando ogni volta la sua perizia. [...] (per la recensione completa) SONETTI DOMICILIARI di Cinzia Monti da I Limoni [...] Segregato nella sua casa-carcere di massima sicurezza, penitenziario dotato di ogni comfort, egli sconta la pena di vivere registrando in versi «domestici, domiciliari» «tormenti oscuri, modesti», lui che non si sente «né eroe né saggio né eremita / o eretico cruciato» e che, guardandosi nello specchio, si vede come «fatuo accidente del caso».[...] (per la recensione completa)
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