IL LABIRINTO

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Collana Stanze

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Gianfranco Palmery Giardino di delizie e altre vanità

Gianfranco Palmery
Giardino di Delizie
e altre vanità

Con otto disegni dell'autore

Elizabeth Barrett Browning Sonetti dal portoghese

Elizabeth Barrtt Browning
Sonetti dal portoghese
Traduzione di
Francesco Dalessandro
Con uno scritto di
Annelisa Alleva

Stéfan Alma Diana

Jude Stéfan
Alma Diana
A cura di Gianfranco Palmery

Annelisa Alleva L'oro ereditato

Annelisa Alleva
L’oro ereditato

Sauro Albisani Terra e cenere

Sauro Albisani
Terra e cenere
Con uno scritto di Luigi Baldacci

Francesco Dalessandro Lezioni di respiro

Francesco Dalessandro
Lezioni di respiro

Gianfranco Palmery L'io non esiste

Gianfranco Palmery
L'io non esiste

L'editto finale di Alessandro Ricci

Alessandro Ricci
L'editto finale

Edoardo Ferri
Linea di fondo

Domenico Adriano
Dove Goethe seminò violette

Marco Vitale
Diversorium

Gino Scartaghiande
Oggetto e circostanza

Collana Stanze

È certo alla poesia, al suo aspetto compositivo e formale – in quanto misura canonica: stanza, o strofe della canzone – che subito allude, metonimicamente, questa parola scelta come titolo della collana; ma non meno alla vita, la nostra vita spesa nel chiuso di case e camere, di cui la poesia, quando è tale, non può non essere la traccia folgorante, la dorata e durevole epigrafe, la sovrascrittura. Necessità dunque e forma; e ancora, tradizione e modernità, poiché se la strofe è una misura antica della poesia, moderna è la condizione del poeta recluso o escluso – dalle stanze di Emily Dickinson alla «camera doppia» di Baudelaire: luoghi di pena, ma insieme di visite e visioni (stanza è figura dell’interno, dell’interiore), spazi di costrizione che tuttavia custodiscono la solitudine del poeta, ne proteggono il lavoro solitario.
Quanto all’intento fondante, da dichiarare giustamente alla fine, dopo questo blasone di strofe e camere, è quello di edificare con la collana, stanza dopo stanza – come chiamarlo: un palazzo, un monastero, un castello? – insomma un luogo riparato, un paracleto, in ombra e in luce, dove la poesia resista ai tempi e nel tempo.

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