IL LABIRINTO |
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Vi è del tenero e del terribile nella poesia di
Sauro Albisani. Un terribile già ben individuato nel suo peso specifico
da Luigi Baldacci, che ha definito alcune di queste poesie «canzonette
terribili». E c’è anche molta tendresse assieme
alla terribilità, intrecciata, anzi fusa, con quella: una miscela
inconsueta di tenero e terribile. da Terra e cenere
I «Séguita a compiacerti del tuo male,
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PER SAURO ALBISANI di Luigi Baldacci da Terra e cenere [...] Sono più di vent’anni, a cominciare dall’80, che queste poesie si sedimentano l’una sull’altra. Poi sono state divise, raggruppate secondo argomento, eppure si avverte una continuità silenziosa: «... non m’importa / che muoia inutilmente il pomeriggio» (Séguita a compiacerti del tuo male). I pomeriggi non sono inutilmente morti. Ne è venuto fuori qualcosa che è appunto «la vita. Sempre la vita...», così diceva Raymond Carver. E naturalmente la morte. [...] (per la recensione completa) ALBISANI, I VERSI DI UN MAESTRO di Mario Luzi da «Corriere della Sera» [...] Nei suoi versi i conti con la realtà attuale
si direbbero chiusi ma è ancora in questione l’innocenza della
nostra giornata e rimane da spendere un dimesso amore per i poveri di
spirito e gli indifesi che lo reclamano e molta perplessità invece
e dubbi di insufficienza per se medesimo. SAURO ALBISANI – TERRA E CENERE di Giuliano Manacorda da «Pagine» [...] Poiché il tema centrale delle sue pagine è il dubbio del vivere – ma nella speranza di una sopravvivenza in altra forse indecifrata dimensione. Da qui un senso di dolore e insieme di fiducia, di problemi, di malinconie, o di angosce che i suoi versi – dono o castigo – lo costringono a confessare in un’ambivalenza psicologica – «soffro di non soffrire» – che lo condanna all’espressione tra brevi rimpianti, coraggiosi autoesami, vergogne e autolesionismi, straniero a se stesso.[...] (per la recensione completa) SU TERRA E CENERE di Giancarlo Pontiggia da «Poesia» [...] Luigi Baldacci, nella bella e discreta nota di postfazione, sottolinea l’amicizia del giovanissimo Albisani con un poeta meraviglioso (uno dei veri grandi della nostra storia letteraria) come Carlo Betocchi, negli anni così difficili della sua vecchiaia: «È con Betocchi che Sauro ha imparato a essere poeta cristiano da poeta perfettamente classico e classicista qual era all’origine». [...] (per la recensione completa)
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