Alessandro Ricci L'editto finale
A cura di Francesco Dalessandro
Prefazione di Domenico Vuoto
Disegno in copertina di Elvio Chiricozzi
2014 Pagine 128 Euro 14,00
ISBN 978-88-89299-73-9
L’editto finale è
un libro felicemente diseguale. Grande mobilità e libertà
del verso assecondate da un ritmo che ai toni distesi, “argomentativi”,
fa seguire sussulti sonori e di senso che lacerano l’ordito inducendo
nel lettore spaesamento e disagio: vitalissimi.
Dissipazione (di sé e della parola poetica) e ricerca di una misura;
spleen e poi soprassalti di nera allegrezza; amore e disamore; quiete,
per quanto instabile, e disperazione; iperbolica costruzione dell’io
e sua improvvisa deflagrazione in detriti e frammenti che raggiungono
l’altro con una violenza perforante accomunandolo in un destino
di perdita.
Il sentimento, come in tutta la poesia di Alessandro Ricci, è forse
rivolto a un altrove, a un’imminenza dove la vigilia di un evento
è, nella riesumazione memoriale delle disfatte, evento già
compiuto; la prossimità del viaggio è viaggio in atto; l’inclinazione
alla morte è mortale consumazione. Dove il discrimine tra ideazione
e azione sembra sfumare, la loro contiguità si risolve in una disincantata
cognizione del vivere.
da L'editto finale
Si costruiscono zattere anche
per non salvarsi, per non
raggiungere approdi ma
perderli, e lo si fa
intenti, odiandosi quasi
serenamente, sapendo che
Penelope non aspetta
al di là del mare,
e nient’altro
che mare
c’è.