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Nessuna direzione
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La neve a Roma Ai sortilegi della neve, ai suoi silenzi perturbanti, alla sue insidie anche mortali l’autore contrappone un’umanità socialmente composita ma tutta, più o meno, segnata dalla solitudine, da ribellioni senza approdi, da una violenza inferta e subita. Dunque, un’antropologia della marginalità, della dissipazione di sé, della “nerezza” del cuore e, a contrasto, l’esatto immacolato prodigio della natura che ne modella a tratti gli umori, i sentimenti, i destini con la sovrana indifferenza dei suoi paesaggi. A questi due universi apparentemente disgiunti Domenico Vuoto conferisce necessità e forte tensione narrativa. Una tensione che si avvale di uno stile impeccabile, sorvegliato e al tempo stesso estremamente libero nel gioco delle invenzioni linguistiche.
da Nessuna direzione La neve ora scendeva a larghe falde dopo le timide spolverate del pomeriggio. Il vento le scombinava facendole mulinare nell’aria o le sferzava lontano come un esercito in rotta. Lei spostava lo sguardo dalla sarabanda al giardino in basso, remoto nel silenzio, e poi al largo candido nastro di via Battistini dove il giallo del semaforo pulsava come un richiamo inascoltato. Deserta, non fosse per un autobus che arrancava verso via della Pineta Sacchetti e una macchina che seguiva a fatica. |
Recensioni L’arrivo delle tenebre sulla metropoli imbiancata I tre racconti […] sono ambientati nei giorni della neve del 2012,
quando tutta Roma si fermò imbiancata e stupita. E in questa pausa
qualcuno esce dal ritmo inconsapevole del tempo e incontra la sua verità,
quasi sempre dolorosa, accecante, fatale. Una vecchia signora vuol seppellire
il suo gatto nel parco innevato, due coppie si incontrano per una cena
devastante, un amore tra due giovani esplode in modo imprevedibile e cruento.
Domenico Vuoto ritrae perfettamente questi attimi bianchi eppure scurissimi,
questa sospensione ovattata crepata dall’urlo della vita: sa entrare
nei pensieri rassegnati degli anziani e in quelli rabbiosi e scomposti
dei ventenni, sa bene come mille invisibili premesse producono catastrofi
e rivelazioni. La neve copre, ma la scrittura scopre. Vuoto: la "piccola musica" del racconto Straordinaria scrittura la sua, bilanciata ogni volta e insieme aperta ad arditezza.. Nessuna direzione, racconti di Domenico Vuoto Patrizia Passarelli, «La Recherche» 17 aprile 2015 “Dove siamo? Dove sono più le linee e i confini nei quali
ci si riconosceva in questa zona a nord ovest di Roma? Qui e in altri
quartieri della città e oltre, oltre ancora, sotto una neve mai
così fitta e ostinata, il mondo sembra dissolversi.”
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