Mi sveglio e sento l’ammanto del buio, non il giorno.
Che ore, oh che ore oscure trascorremmo stanotte!
Che vedute, tu, cuore, vedesti; che vie percorresti!
E ancora dovrai, nell’indugio più lungo della luce.
Io ne parlo con prove. Ma dove dico ore
intendo anni, intendo vita. E i miei lamenti sono grida
sterminate, grida uguali a lettere perse spedite
a lui, il più caro, che vive ahimè! lontano.
Io sono bile, sono bruciore. Il decreto più segreto di Dio
volle farmi assaporare l’amaro e quel sapore ero io;
ossa eressero in me, carne s’incarnò, sangue colmò
la sventura.
Il lievito stesso dello spirito guasta l’inerte impasto.
Per i dannati è così; e il loro flagello è, come
io sono
il mio, essere i sudanti se stessi; ma al peggio.
(Traduzione di Francesco Dalessandro)
Collana Tarsie
Testo originale a fronte
Gerard Manley Hopkins I sonetti terribili
A cura di Francesco Dalessandro
Con tre disegni di Guido Strazza
2003 Pagine 40 Euro 8,00