IL LABIRINTO |
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Roma
della vigilia
Giovanna Sicari / da Roma della vigilia 00'37
Notizie sullautore
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Una partenza infinitamente protratta o una permanenza
infelicemente precaria: ovvero una lunga vigilia di amore e memoria
amore e memoria della città che si dovrebbe e non si vorrebbe lasciare.
A questa divaricazione non rispondono che il passato del ricordo e il
futuro della perdita
Nella sospensione della vigilia il presente
è come abolito o piuttosto esiste come tempo di una sparizione
interminabile, un tempo imperfetto; e, a rovescio, solo quando è
perfetto, passato, può tornare a essere presente. Se «Roma
delleterna vigilia spariva
», è per farsi teatro
onirico, reale, di apparizioni incessanti, di visioni: le compagne di
scuola delladolescenza e le scolare della galera odierna
dove lautrice vive, insegnando, la sua secolarità ,
il cielo lunare di via Ippolito Nievo (lieri) e la polvere nera
di via Giolitti (loggi): «
dove finisce, dove accelera
il tempo? Quello dei / vecchi o quello dei morti?
». da Roma della vigilia
Roma delleterna vigilia spariva
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Recensioni
ROMA DELLA VIGILIA da «Avvenimenti» Tra i libri freschi di stampa, nel Labirinto, Roma della vigilia, di Giovanna Sicari, una raccolta davvero singolare per sintesi e maturità, esemplare nella storia di questa autrice per la quieta irruenza che la percorre e che viene da lontano, chissà, forse dalla febbrile infanzia [...] ( per la recensione completa) ROMA DELLA VIGILIA di Elio Grasso da «Poesia» Le nuove poesie di Giovanna Sicari sorgono da una notte che si è consumata nel mezzo dellItalia, in quel centro comune a tutte le città, un po stracciato e un po ricco di energia nascente, astuta. Esse ci parlano di un neonato che piange, di un diseredato che fugge, di questa umanità talmente ricca di sé da poter sfuggire alla propria esaltazione. [...] (per la recensione completa) SOTTOVOCE NEL GIARDINO DELLA POESIA di Marco Lodoli da «La Repubblica» [...] «Oh follemente ero nel vuoto infinito / dellindecisione, volevo quelle strade / di Roma senza scampo / rinunziavo o le trovavo / le volevo solo per la mia infanzia / rincorrevo, ringraziavo, pregavo. / Roma e le sue strade / erano il tormento»: così scriveva Giovanna, innamorata di questa città a volte troppo sbadata.[...] (per la recensione completa) |
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