Lucio Persio Topsyturvy
In copertina un dipinto di Gianfranco Palmery
2008 Pagine 44 Euro 4,00
ISBN 978-88-89299-57-9
Un invelenito dimissionario dal mondo che vorrebbe prendere il mondo per
sete, «disacquarlo», come farnetica facendo scorrere giorno
e notte l’acqua all’impazzata nel suo appartamento; un vecchio
studioso di linguistica, deluso della sua disciplina, che vede in un agente
letterario che lo incita a scrivere racconti e romanzi, un demonio tentatore;
e un diavolo vero, disgustato dei suoi colleghi ingordi di dannati e dei
dannati...
Sono questi i protagonisti, stralunati e imperterriti, dei nuovi racconti
«straordinari» di Lucio Persio. Tre storie di rivolta e rifiuto
del ruolo, di odio e stanchezza della propria condizione – l’inferno
in terra, per uomini e dèmoni: tutto un soqquadro. O topsyturvy,
appunto, la parola – in altra lingua, per dirsi straniero, estraneo
al suo luogo e al suo tempo – che l’allucinato personaggio
del racconto eponimo mette in capo alla narrazione della sua vicenda.
Tre grotteschi, nello stile elegante e spericolato proprio di questo autore.
da Topsyturvy
Topsyturvy
Da quando Damer è entrato nella mia vita il tempo,
il tempo che si lascia scoprire sugli orologi, mi manda strani segnali,
non so se beffardi o ammonitori. Quasi sempre, ma potrei dire senza esagerare,
non c’è volta che guardando l’orologio, sul tavolo
di lavoro, al polso, quale che sia, anche se sollevo l’occhio al
margine alto del computer e getto uno sguardo all’ora, ebbene, ogni
orologio su cui io posi l’occhio, nel preciso momento in cui ciò
avviene, segna i minuti pari all’ora: dalle mie ricognizioni, notturne
e diurne, del tempo che sto consumando raccolgo sempre queste risposte:
4:04, 6:06, 14:14, 19:19...
Nel corso della notte, se sospendo il mio lavoro per un piccolo riposo
e do un’occhiata all’ora, ecco: 4:04; decido che è
tempo di andare a letto, guardo l’orologio e che segna? 6:06. Al
pomeriggio, apro gli occhi, li volgo alla sveglia sul comodino e tac,
l’immancabile ora a specchio 14:14 e così via, per il resto
della giornata, come ho detto, 18:18. 20:20... Talvolta la cifra è
palindroma: 12:21, 14:41, ma sempre comunque ore e minuti a specchio o
a rovescio si replicano. Un caso, mi dicevo all’inizio, un caso
bizzarro, è sciocco badarci; ma se il caso diventa la regola non
è più tale...
Ho avuto la debolezza di parlarne con Damer, che subito ha colto l’occasione
per ridere di me rivoltandola a suo vantaggio.
– Non hai capito ancora? Gli orologi ti dicono che, grazie a me,
il tuo tempo ora è perfetto. Approfittane. Non perderlo questo
tempo di perfezione, perché potrebbe anche voler dire che la tua
ora sta per compiersi...
Sì, avrebbe voluto anche spaventarmi. Ma io lo avevo già
pensato che quel tempo senza sbavature, come immobilizzato e fermo, fosse
un avviso di morte, che del resto da mesi sentivo più vicina e
che la presenza di Damer, con le sue prepotenze e promesse e millanterie,
ha reso più concreta, imminente.
Lucio Persio è
nato e vive a Roma. Con queste edizioni ha pubblicato, nel 2006, Racconti
mortali e Doppiaggio.