IL LABIRINTO |
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Sulla donna
Notizie sullautore
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Raccolti in una miscellanea postuma, questi scritti sono
la traccia in prosa, o prove del pensiero nel retroscena, di quella attitudine,
e anche di quelle «pose», di Laforgue verso la donna e l’amore,
che fanno il clima e la musica di tante sue poesie. da Sulla donna
[...] Quando al mattino la prendeva, lei lo sentiva già
da un pezzo in tormento al suo fianco; – allora 1°: fingeva
di dormire (con il beneficio di poter mitigare il chiuso delle palpebre
e di sostituire un sorriso a quella smorfia spossata che ha la nostra
bocca che si smemora nel sonno) – 2°: dopo lui la prendeva dolcemente,
e senza aprire ancora gli occhi né schiudere la bocca, lei gli
si prestava, si stirava, come se fosse il primo e naturale pensiero delle
sue giornate, e – abbandono riflesso – fosse il suo corpo,
tutta la sua natura che agiva là, la testa non ancora ben cosciente
– 3°: allora, lei coglieva un momento d’abbraccio più
profondo da parte sua per aprire la bocca e gli occhi come segue: sguardo
smarrito, bocca smarrita – quindi (come dopo averlo riconosciuto)
sorriso amichevole e schiavo che dice: «Non è gentile sorprenderti
così». E il resto. (Traduzione di Gianfranco Palmery)
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