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Senza figure

di Enrico Fracassi

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Senza figure

 

Notizie sull’autore

Enrico Fracassi

 

Dello stesso autore

Passione e oblio

 

 

Collana Spillature

Enrico Fracassi
Senza figure
Prose e poesie
A cura di Gianfranco Palmery
In copertina un dipinto di Nancy Watkins
2006 Pagine 32 Euro 4,00

ISBN 978-88-89299-38-8

 

Enrico Fracassi Senza Figure

La breve vicenda umana di Fracassi è così profondamente intrecciata con la sua opera, che la lettura dei testi, di per sé, può fornire, per chi ne avesse curiosità, anche i ragguagli più esteriori. In realtà, di esteriore qui vi è ben poco, tutto essendo stato vissuto e consumato, parossisticamente, all’interno.
Per questa ragione, mentre sarebbe stolto leggere queste pagine solo come un documento patetico, una drammatica tranche de vie, resta comunque azzardato porle in un ambito esclusivamente letterario, proporle come il frammento di un romanzo epistolare (con gli ovvi richiami ai modelli protoromantici di un Werther o di un Ortis), di cui un evento sventurato abbia impedito il compimento.
La verità è che quest’opera, esigua ma intensa, appartiene a quel genere di opere (e a quelle regioni dello spirito), nelle quali un confine sottile – talora sottilissimo – separa, o fonde, esperienza e letteratura, verità e finzione, forma e tragica necessità.


da Senza figure


Lettere a Marco

Caro Marco, ero stato, tanti giorni, inerte, ad ascoltare le vane e vanitose querele della mia desolazione, quando le tue parole m’hanno, per un istante, reso la sensazione dell’esterno, della realtà chiara e vitale: inutilmente. […]  Anch’io mi maraviglio di me, come possa intieramente abbandonarmi alla passione. Lo spiego con la mia insaziabile curiosità di penetrare nell’animo delle cose, per goderne e soffrirne tutta la caducità e la mutevolezza, e restarne preso, e affascinato, in ragione della loro durata tenue, della loro morte sicura, della dimenticanza da cui saranno coperte, dell’indifferenza e del tempo sotto di che rimarranno sepolte. [...]

 

Senza figure


VII

Settembre e la sera declinano: dalle giunture
le membra mi s’allontanano; resti tu sola.
Cadavere sopra cadavere; la Terra è morta
sulla spoglia dell’estate riversa.
Il mandorlo, con i suoi rami
carichi, assiste.
Io penso che questo sia
il paese di là dalla terra favoleggiato
eguale, immutabile, fermo,
d’un colore calmo,
d’un profilo nitido.
Le vene più non mi battono; il sangue dal cuore
più non fluisce; le zolle sono aderenti
alle mie ossa; disteso lungo i solchi
seguo le gemine onde, la passione e l’oblio,
configurarsi e confuse scorrere dalla luce,
ristagnare in un bacino opaco.

 

Enrico Fracassi è nato a Roma nel 1902 e morto suicida a Marano dei Marsi nel 1924. Le sue poesie furono fatte conoscere da Enrico Falqui che le pubblicò in parte in rivista e, nel 1948, in un libro edito da Scheiwiller. Ammirate da Ungaretti, antologizzate negli anni Cinquanta da Anceschi e Spagnoletti, le poesie di Fracassi sono state già pubblicate nella Collana Tarsie delle Edizioni Il Labirinto.

 

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