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Sonetti di Berryman
Notizie sullautore
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È Petrarca il modello per i centoquindici sonetti,
strutturalmente appunto petrarcheschi, scritti da Berryman negli anni
1946-1947 e pubblicati solo ventanni dopo, nel 1967; il modello
e il paragone, anche biografico: «ho letto la sua vita. Ho ristudiato
la mia»
In verità Berryman petrarcheggia a suo modo,
tendendo lorecchio alla musica strozzata e stridula di Corbière
ossia, tratta Petrarca come Corbière ha, secondo alcuni,
trattato Malherbe. Quanto a Lise, la sua «dama in maglione e jeans»,
più che a Laura, capelli doro a parte, somiglia a Marcelle,
è, corbierianamente, un amour jaune ché il
giallo che sfolgora in quel canzoniere dun «ménage
à trois», lirico e ironico e non meno denso di riferimenti
realistici, non viene fuori solo dalloro del capelli: «Due
mesi di colpa e giallo crespo: a restare / di noi, Lise! sia questa chiara
scena reale». da Sonetti di Berryman Io sono qui che aspetto, cara, in soffitta (Traduzione di Gianfranco Palmery)
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