IL LABIRINTO |
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La valle dell'arte è un'iperbole
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Cinque poemetti uniti da una peculiarità: una resa descrittiva e visiva e uditiva di spazi, tempi e gesti (non solo della gestualità corriva ma di quella che registra i passi divergenti del poeta). Cinque opere dove la perfetta costruzione strofica e del verso rende paradossalmente la materia emozionale del poeta ancora più “esplosiva” e irriducibile ad ogni delimitazione. Onofrio Lopez torna alla poesia dopo anni di silenzio – non si fatica ad immaginare molto meditato e sofferto. Da qui, anche da qui, quell’urgenza di canto, di cui si è detto, e il fuoco che pervade la sua parola: un risarcimento al tempo sottratto alla poesia e, insieme, un’orgogliosa, significativa (e promettente di esiti futuri ancora più importanti di quelli raggiunti nella presente raccolta) riaffermazione di identità poetica. (Domenico Vuoto)
Da La valle dell'arte è un'iperbole: La valle è un’iperbole, un miraggio solare
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Nato a Bitetto (Bari) nel 1948, Onofrio Lopez, giornalista, vive a Firenze. Cronista del quotidiano "Paese Sera" dal 1975 al 1983, come redattore dell'edizione fiorentina del giornale, oltre ai numerosi servizi di cronaca, ha curato una rubrica di novità artistiche e letterarie, “Cultura in vetrina”, dedicata a quelli che già apparivano come gli ultimi lampi di un ciclo di esperienze culturali. Nei due decenni seguenti, da professionista della comunicazione, ha compiuto studi sui mass-media e sull'opinione pubblica, pubblicando nel 1994, per la Regione Toscana, un saggio su simboli e linguaggi della criminalità organizzata. Sue poesie e recensioni sono comparse nel corso degli anni su alcune riviste letterarie. Due le raccolte di versi pubblicate: Diciamo in onore (Quartomondo, Firenze, 1973) con la presentazione di Mario Luzi, finalista al Premio Viareggio Opera Prima del 1974; L'esperienza (Quaderni di Barbablù, Siena, 1986) con la presentazione di Roberto Coppini. |
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