IL LABIRINTO
Recensioni del libro

Mar Rosso

di Fernanda Romagnoli

home libri autori videoclip edizioni

Mar Rosso

Il libro

Videoclip

 

Notizie sull’autore

Fernanda Romagnoli

 

 

Recensioni del libro Mar Rosso di Fernanda Romagnoli

 

DIETRO MURI DI SILENZIO: FERNANDA ROMAGNOLI

di Cinzia Monti

[...] Ora la riconduce a noi un prezioso libretto dalla copertina azzurro polvere: s’intitola Mar Rosso ed è stato pubblicato a Roma da Il Labirinto nella collana Tarsie sul finire del 1997: sono quindici poesie che come avverte la Nota, provengono da un cartellina marrone dove Fernanda Romagnoli le conservava senza ordine cronologico o tematico. Poche di esse recano in calce al foglio l’indicazione dell’anno, ma dai raffronti stilistici è lecito collocarle negli anni Settanta. Alcune erano già apparse in riviste tra il 1985 e il 1986: quattro (Periferia, Ottavo comandamento, Dolomiti e Sognando) sono del tutto inedite. All’apice si colloca il testo eponimo, Mar Rosso, tutto incentrato sulla figura del poeta profugo, «erede dei ghetti dati al fuoco». Persiste dunque la coscienza di una diversità, di un’estraneità duramente sofferte, cui è risarcimento quel Mar Rosso che «trabocca in lui, l’inonda tra le ciglia / quand’egli giace – tutto il cielo addosso». E sono ancora il corpo e l’anima, il primo inteso come attenzione alla fisicità delle cose, le più semplici e quotidiane, alberi, uccelli, case, «bottegucce dall’aria caduca», «orti stremati», la seconda come sfida, come insidia, come richiamo sempre inquietante, a contendersi uno spazi mentale che la pagina fedelmente riproduce, popolandosi di parole atte a ridire la verità delle emozioni, la profondità dello sguardo, l’intensità del desiderio. Nella pressoché totale mancanza di dati esteriori che la riguardino, la poesia di Fernanda Romagnoli si offre al lettore come uno straordinario percorso conoscitivo: esso riguarda un’esperienza umana che un linguaggio ricchissimo di risorse stilistiche e formali, utilizzate sempre in modo non convenzionale, ha tradotto in un’esperienza poetica cui è tempo di dare il dovuto ascolto abbattendo quei muri di silenzio che la disattenzione o, peggio, l’indifferenza le hanno eretto intorno.

I Limoni – La poesia in Italia nel 1997
a cura di Francesco De Nicola e Giuliano Manacorda
Caramanica, Marina di Minturno 1998


MAR ROSSO

di Domenico Adriano

Quindici preziose poesie di Fernanda Romagnoli (1916 – 1986) con il titolo Mar Rosso vanno ad aggiungersi a quelle, mirabili, che nel 1980 vollero stare insieme nel volume Il tredicesimo invitato stampato da Garzanti senza nessuna notizia dell’autrice (uscirà mai la raccolta inedita annunciata qualche anno fa, sempre per Garzanti, da Attilio Bertolucci?), «L’animo del poeta: un espatriato! / Un erede di ghetti dati al fuoco! / Non ha foglio di profugo. Non chiede / viveri sigarette posto-letto. / L’atlante – cancellato alle sue spalle». Della Romagnoli non si conosceva nemmeno l’età; poi un giorno se ne andò, lasciandosi portare via dallo stesso silenzio di cui si era circondata. Ma neanche allora si seppe della sua scomparsa. Perché Fernanda Romagnoli era le sue poesie, così come in privato era donna e madre. Escluso un libro di poesie di donne regalato da «Avvenimenti» nel 1994 (il titolo, Un marzo di gran vento, lo si ricavò da un suo verso), in Italia nemmeno le antologie fatte dalle stesse donne osano ospitare questa tredicesima invitata. Per cui vanno veramente salutate con gioia due bellissime pagine scritte per lei da Cinzia Monti sull’ultimo I Limoni (Caramanica Editore) dedicato alla poesia in Italia nel 1997. «Nella pressoché totale mancanza di dati esteriori che la riguardino», sono parole appunto della Monti, «la poesia di Fernanda Romagnoli si offre al lettore come uno straordinario percorso conoscitivo... Si leggano allora queste poesie che inanellano parole, le infilano come i grani di una collana: non una sillaba in più, e la massima luce estratta da ogni parola come da un cristallo di rocca».

«Avvenimenti», XI, 167, 1 novembre 1998


MAR ROSSO

di Gabriela Fantato

[...] Dopo la raccolta Il tredicesimo invitato la poetessa pubblicò ancora alcuni testi su riviste, grazie all’interessamento di alcuni critici e amici, tra cui Gianfranco Palmery e Ginevra Bompiani.
Recentemente è stata ritrovata la «cartellina marrone» dell’autrice con alcuni testi che si davano per persi e che sono stati pubblicati quest’anno dalla rivista «Poesia» a cura di Donatella Bisutti, e diverse poesie, tuttavia, erano già state raccolte in plaquette e pubblicate nel 1997, con il titolo Mar Rosso, per le edizioni Il Labirinto. In questa raccolta postuma sono comprese alcune poesie attribuibili agli anni Settanta per affinità di stile, già uscite su riviste, ma anche quattro testi inediti di una potenza fulminante, in cui tornano i temi cari a Fernanda, tra cui ricordo l’attenzione alla dimensione quotidiana e la poesia che dice delle «Case cresciute in fretta, alla cui nuca / risplende la morte dei prati. / Bottegucce dall’aria caduca, / dagli odori confusi; orti stremati...». Nel testo Mar Rosso l’autrice assume ora la sua antica «stigmata» non più come inadeguatezza al mondo, poiché ormai sa di essere nomade nel mondo, ma con «tutto il cielo addosso». Fernanda alla fine si sentì poeta, certo «espatriato» e «profugo», per di più con «l’atlante – cancellato alle sue spalle», ma procedeva instancabile «su dal mattino, come da un bivacco; / giù al tramonto, vermiglia intermittenza / d’una misura senza fine».

Annuario di poesia 2000, Crocetti Editore, Milano 1999

 

Edizioni Il Labirinto