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Capodanno del VAM

di Edoardo Albinati

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Edoardo Albinati

 

 

 

 

 

Recensioni del libro Capodanno del VAM di Edoardo Albinati


CANTO NOTTURNO DI UNA GUARDIA

di Enzo Siciliano

Capodanno del Vam declina il titolo della plaquette di Albinati, accompagnata da cinque disegni di Piero Pizzi Cannella, cinque lucertoline schiacciate con il carboncino sulla carta. Albinati è poeta dal respiro quasi deliberatamente narrativo (vedi La comunione dei beni), ma è anche narratore che inclina al poemetto in prosa, al sigillo in enigma del pensiero (vedi Orti di guerra). Capodanno del Vam è un carme (diciamolo in modo foscoliano) dedicato alla naia. Il Vam è la sigla che indica la Vigilanza Aeronautica Militare; in gergo, il capoposto di sentinella per gli avieri di leva. «A Capodanno il Vam monta di guardia / come uno spirito ironico, una sentinella celeste / e sente sotto i polpastrelli la stoffa dell’eroe...».
Inscenano le quattro sezioni della composizione la guardia della notte di San Silvestro, e il rapporto padrone-schiavo che s’instaura fra capo e sottoposti: un capo che «la notte veglia e volteggia pensando / a una quantità di cazzi che non ci s’immagina. / Ha le ali. Traslucide. Il collo rasato e la divisa zozza...». E gli altri sono ragazzi che possono aver «giurato di darsele la domenica, quando il campionato / risveglia nel sangue maschio il ricordo del borgo / persino in chi tifa per una squadra di un’altra città...». Così la nottata rivela una vita «di cui si utilizza appena un soffio», e un tempo, «concava sospensione» o «cosa piccola», che «si acciambella come un roditore in letargo». Vita italiana: ma osservata con uno sguardo che ne sconvolge i gesti magari vani.
Una poesia che non fa i conti esornativi col metronomo, ma si scioglie nell’arco di una dinamica conoscitiva, aggancia l’esistenza all’intelletto, e di intelletto e sensibilità si fa piena. Finisce la notte del capodanno, e «l’ora corre a valle in un torrente di sputo».

«L’Espresso», 19 novembre 1998

 

 

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